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yellow, blue and green: Gianni Berengo Gardin

domenica 11 novembre 2007

Gianni Berengo Gardin

Da una vecchia (2001) intervista trovata in rete:

[...]
Come è la situazione dei fotografi italiani, oggi?

Ci sono i fotografi che vogliono fare i fotografi (e io sono uno di quelli) e ci sono i fotografi che vogliono fare gli artisti, e si dedicano alla ricerca fotografica.
E gli artisti che usano la fotografia?
Camminano a un metro da terra.
Come definisce il fotografo?
Un normale artigiano, con funzioni culturali.
Lei si sente un artigiano?
Direi di più: un manovale della fotografia.
A che cosa si dedica?
Non tendo a fare belle foto, ma buone foto, con contenuti di comunicazione e di racconto.
Qual è lo specifico della fotografia?
Quello che si ottiene dalla fotografia per documentare, per raccontare delle situazioni e degli eventi che non si conoscono. Penso alle foto finalizzandole alla pubblicazione sui giornali, piuttosto che per attaccarle ai muri.
Attaccarle ai muri?
Sì: chi usa la fotografia come un pennello vuole esprimere un proprio punto di vista. Lo fa per sé soltanto.
Maestri?
Magnum, Life, Farm Security Administration... tutti i fotografi che hanno fatto documentazione.
Oggi chi seguirebbe?
Oggi è un dramma. Le macchine superautomatiche sono solo impressionatrici di pellicole. Chiunque le usa, ma nessuno sa veramente vedere. Dopo tutto, in fotografia non si inventa più niente.
Quali sono gli elementi che privilegia nell'atto del fotografare?.
Il contenuto. Poi il lato formale - una vigliaccata che fai per accattivare l'attenzione. Infine la qualità dell'obiettivo.
Preferenze?
La Leica. Il grandangolare.
E le macchine digitali?
Non mi interessano. E non è soltanto una questione di qualità. Forse le userei se fossi giovane adesso.

1 commento:

Anonimo ha detto...

da cui si deduce che non siete d'accordo o che non sei giovane.